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La sottile linea tra arte e artigianato

30 Luglio 2018

I senatori dell’antica Roma erano soliti portare una toga molto semplice, pur se preziosa, con una linea rossa vicino ai bordi: un segno non troppo appariscente, eppure sufficiente a identificare i Senatori come gli “eletti”, coloro che stanno su un altro piano. Questa idea che la distinzione e la differenza siano spesso questione di sottili confini, labili linee, crinali stretti è legata a un concetto di eleganza e di bellezza che non hanno nulla a che vedere con l’ostentazione: si tratta piuttosto di un approccio culturale ed estetico evoluto, che a concetti come quello di “bello” associa le idee di originalità, distinzione, elezione, anche rarità.

Lungo questa stessa sottile linea si colloca spesso la distinzione tra arte e artigianato. E tutti gli oggetti esposti a “Homo Faber: Crafting a more human future” interrogano il visitatore in merito alla loro appartenenza all’uno o all’altro campo: tra arti decorative e arti applicate, tra una libera espressione creativa e una saggia riflessione sulle potenzialità della materia, questi manufatti fanno sentire la loro voce potente e rivelano le mani, i gesti, le menti che li hanno plasmati.

Il crinale è sottile, certo: ma esistente. Il visitatore è chiamato a interrogarsi, ma non a confondersi: a Homo Faber saranno presenti alcuni tra i più grandi artigiani d’Europa, che si definiscono appunto “artigiani” (non artisti) e che associano alle loro opere una funzione decorativa o funzionale, oltre che simbolica o estetica.

Promuovere e proteggere il lavoro di questi artefici di meraviglie, spesso difficili da trovare perché poco avvezzi alla comunicazione di massa, è la finalità di Homo Faber. Come il curatore Jean Blanchaert ha ricordato, possiamo visualizzare l’immagine di un aereo che sta per inabissarsi, ma che grazie a un abile e coraggioso movimento del pilota, che riprende il controllo della cloche, poi riesce di nuovo a volare: ecco, questo è quanto Homo Faber si propone di fare. Riportare di nuovo “in alto” i mestieri d’arte, contribuendo a salvarli dal rischio di scomparsa che a volta sembra farsi avvertibile.

I visitatori sono chiamati a essere i protagonisti di questa “manovra”: sono infatti loro, e non noi, a dover e poter invertire la rotta. Sentendosi non solo ammirati per la bellezza dei gesti e degli oggetti, ma anche parte di un movimento culturale importante: come la sottile linea rossa dei Senatori romani, così la linea che divide l’eccellente dal quotidiano diventa un segno di distinzione che segna una nuova appartenenza. Quella al gruppo di chi crede che ci sarà sempre qualcosa che le mani dell’uomo sapranno fare meglio di qualunque macchinario.

Franco Cologni